Capita a tutti talvolta, in alcuni contesti di vita quotidiana di sentirsi inadeguati, e di avere una bassa autostima.
Questo capita sopratutto dopo quello che noi consideriamo un fallimento o un rifiuto.
Se veniamo lasciati dalla persona che amiamo, se non veniamo ritenuti idonei durante un colloquio di lavoro, dopo un evento negativo, una causa scatenante è normale vivere sentimenti di inadeguatezza.
Nel disturbo di personalità evitante, la sensazione di non valere niente, o molto poco l'inadeguatezza, la paura eccessiva di fallire, l'ipersensibilità alle critiche, sono profondamente radicate e vissute in modo continuo e non come conseguenza di un evento.
La sensazione continua di non essere all'altezza, di essere esclusi da ogni contesto, induce chi soffre di disturbo di personalità evitante a prediligere una vita ritirata e solitaria.
Chi soffre di questo disturbo, si isola in una vita priva di contesti sociali, evita le relazioni, e le emozioni, vive continuamente un malessere di inferiorità.
In genere queste persone non hanno amici, e non stringono facilmente amicizia, compromettono la carriera lavorativa restando in disparte, non mettendosi in gioco.
Cercano perennemente di evitare il confronto con gli altri, con la paura costante di vivere umiliazione e imbarazzo, credono che la valutazione negativa da parte degli altri sia inevitabile, quasi un dato di fatto.
Nei casi in cui riescono a stabilire un rapporto amoroso o un amicizia, tendono a viverlo con sottomissione per la paura di perdere l'unica persona con cui hanno instaurato un legame.
Nel idea di non interessare a nessuno e di essere inferiori agli altri, diventano evitanti come unico comportamento autoprotettivo.
Il disturbo di personalità evitante sottopone il soggetto ad un malessere enorme, in quanto vive nel desiderano forte di stringere amicizie, essere a suo agio in contesti sociali, trovare l'amore...
Chi soffre di questo disturbo, guarda la sua vita scorrere in modo passivo e osserva quella degli altri come fosse spettatore di un film altrui che egli stesso vorrebbe vivere.
Il disturbo di personalità evitante ha esordio in tarda adolescenza, e qualche volta ha come primo sintomo la timidezza eccessiva.
Storie di abusi fisici, di violenza infantile, subire atti di bullismo potrebbero essere causa, o esasperazioni di un problema preesistente.
La cura del disturbo di personalità evitante è difficile.
Generalmente chi ne soffre viene indirizzato in sedute di psicoterapia individuale o psicoterapia di gruppo, skill training di incoraggiamento e terapia cognitivo comportamentale.
Nel trattamento dei sintomi di fobia sociale vengono prescritti antidepressivi ricaptatori della serotonina, e benzodiazepine per trattare l'ansia.
Personalmente non posso non so cosa voglia dire soffrire di questo disturbo, quanto sia angosciante e triste.
Sono una persona molto aperta, e questo genere di ansia non fa parte di me.
Posso solo immaginare cosa voglia dire vivere in un costante senso di inadeguatezza, al punto tale da cercare rapporti solo con la propria famiglia, o in ambienti dove ci si sente protetti.
Credo di non conoscere nessuno con questo problema, persone timide sì, ma personalità evitanti non mi è mai capitato.
Voi ne conoscete?
Questo blog è ideato per te che resti solo in un angolo della casa con il Valium tra le mani, per te che dici "va tutto bene" anche se ti senti morto dentro, per te che vorresti contare fino a tre aprire gli occhi e scomparire, per te che senti di essere niente se non l'ombra, per te che ti domandi "c'è qualcuno dall'altra parte del muro?". Questo blog è per te, che come me, stai camminando su una fune sospesa tra normalità e follia in attesa di un colpo d'aria.
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