Depersonalizzazione: Quando sei spettatore della tua vita

depersonalizzazione
Avete mai pensato di essere spettatori inconsci della vostra vita?

 Di vedere tutto scorrere davanti, come in un film?

Un film bizzarro che parla di voi, ma dove siete solo degli osservatori che non ne prendono parte?

Non dev'essere piacevole, vero?

Quanto meno angosciante.

Eppure ci sono persone che questa sensazione la vivono nel più totale silenzio.

La depersonalizzazione è uno stato psichico persistente, o ricorrente in cui l'individuo colpito si sente distaccato dai propri processi mentali o dal proprio corpo.


Nella depersonalizzazione capita di sentirsi staccati da aspetti di se che prima erano noti, ed improvvisamente non lo sono più: sentimenti, emozioni, sensazioni...

Pensieri che solitamente riconoscevamo come nostri e personali, improvvisamente diventano estranei.


Nei casi più importanti, si può sperimentare la sensazione di vivere in un sogno, di essere come un robot che funziona in modo autonomo dissociato dal proprio volere e dai propri movimenti.

Difficoltà nel ricordare in maniera vivida fatti reali, sensazione che il tempo scorra troppo veloce o troppo lento, calo della libido, sensazione di essere estranei a ciò che accade intorno...

Non è insolita un acutizzarsi della ruminazione mentale (stato psicologico in cui l'individuo cade in una profonda ossessione di pensiero circa la propria esistenza o riguardante la percezione del mondo circostante).

Spesso lo stato di depersonalizzazione è preceduto da forte stress, o da un forte trauma (abuso sessuale, violenza...)

In alcuni casi, la sensazione di essere distaccati da sé è preceduta da un forte attacco di panico, e seguita da uno sviluppo rapido di comportamenti fobici.

Quest' esperienza provoca una forte inquietudine e una forte angoscia, l'individuo avrà quindi ricorrenti attacchi di panico e di ansia generalizzata.

Non di rado la diagnosi di disturbo di depersonalizzazione tarda ad arrivare, perché chi la sperimenta può cadere nella paura di essere diventato pazzo ( aggettivo che personalmente vorrei bandire dal vocabolario) 

Come possiamo immaginare non è facile presentarsi in clinica, o dire serenamente ad amici e parenti:"mi sento distaccato da me stesso".

Anche, e sopratutto perchè nel disturbo di depersonalizzazione, contrariamente al disturbo psicotico, non si verifica il distacco dalla realtà ( l'individuo in stato di depersonalizzazione comprende benissimo che il suo vissuto di estraneità non è reale).

Il disturbo di depersonalizzazione  provoca malessere profondo,  disagio clinicamente significativo e forte compromissione dei rapporti personali e lavorativi.

E' importante quindi parlare con uno specialista ed evitare per quel che è possibile di cadere nel pensiero ossessivo, nella paura di avere danni cerebrali o di aver' perso il lume della ragione.

Nei casi acuti e particolarmente gravi, può essere necessaria l'ospedalizzazione.

La terapia  cognitivo comportamentale si è rivelata molto efficace in quanto aiuta a modificare credenze disfunzionali.

La psicoterapia sensomotoria mira invece al recupero degli stati motori incontrollati dovuti al disturbo stesso.

E voi? avete mai avuto questa angosciante esperienza?


3 commenti:

  1. Grazie della descrizione semplice e dettagliata.
    Credo sia il disturbo più fastidioso che si possa immaginare

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  2. Esplorare i labirinti angoscianti,depressivi è autolesionisti.be questi labirinti sono la mia casa.
    L oscurità è il mio ritrovo
    È mi fermo lì ma capisco al 100/100 quello che hai voluto descrivere è far provare in questo bellissimo testo.
    Grande.kisses
    Dave.

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    1. Grazie Dave, sentiti libero di esprimere tutti i tuoi pensieri su questo blog.. e' creato appositamente. un abbraccio

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